Endoscopia diagnostica
Introduzione
L’endoscopia (dal greco ἔνδον èndon, “dentro, interno” e σϰοπή skopê, “osservazione”) è un metodo di esame delle cavità interne dell’organismo con apparecchi ottici introdotti per vie naturali o artificiali.
Questa tecnica diagnostica permette di ispezionare ampi tratti dell’apparato respiratorio, gastroenterico e urinario identificando direttamente alterazioni anatomiche e morfologiche (infiammatorie e/o neoplastiche), con la possibilità di eseguire campionamenti per esame citologico, istologico o colturale. È inoltre mezzo utile per il trattamento di patologie dei tre apparati sia attraverso l’applicazione di medicamenti (ad esempio il trattamento topico dell’Aspergillosi nasale) che tramite procedure interventistiche (rimozione corpi estranei, debulking laser assistito, polipectomia con ansia diatermica, dilatazione stenosi, etc).
Endoscopia diagnostica dell’apparato gastroenterico
L’esame endoscopico dell’apparato gastroenterico permette di studiare esofago, stomaco, piccolo intestino (duodeno e ileo) e colon.
In corso di esofagopatia tale accertamento rappresenta un valido ausilio ai test funzionali (esofagografia con mezzo di contrasto o fluoroscopia) nel determinare la presenza di anomalie anatomiche (dilatazioni, diverticoli, stenosi), stati infiammatori o presenza di neoformazioni.
Anche in presenza di affezioni di stomaco e intestino (flogosi o neoplasie) l’endoscopia rappresenta, specificatamente in pazienti cronici, fatta eccezione per i pazienti con manifestazione acuta secondaria a corpi estranei gastro-duodenali, un mezzo utile per meglio identificare la patologia in corso, causativa della sintomatologia.
In corso di enteropatia cronica, dopo avere eseguito un corretto iter diagnostico e trial dietetico- terapeutici, l’esame endoscopico rappresenta un mezzo utile, tramite l’esecuzione di biopsie gastroenteriche, per raggiungere una diagnosi definitiva e poter impostare una terapia mirata. Vengono generalmente campionati stomaco, piccolo intestino (duodeno e ileo) e grosso intestino in base a anamnesi, clinica e reperti laboratoristici e di diagnostica per immagini.
Anche la presenza di ematochezia e la percezione di una neoformazione colon-rettale alla palpazione digito rettale sono indicazioni per eseguire una colonscopia per stadiazione e campionamento.
Endoscopia diagnostica dell’apparato respiratorio
L’esame endoscopico dell’apparato respiratorio permette di studiare le cavità nasali, il rinofaringe, la laringe, la trachea ed i bronchi.
Starnuti, stertore, starnuto inverso o scolo nasale, sono spesso sintomi associati a patologie nasali o rinofaringee. In corso di tali malattie l’esame endoscopico rappresenta una metodica utile nel diagnosticare anomalie anatomiche, patologie infiammatorie e/o infettive, neoformazioni benigne o maligne (polipi, granulomi, neoplasie) e la presenza di corpi estranei con la possibilità di asportarli contestualmente. Inoltre in corso di malattie infiammatorie o neoformazioni permette di eseguire biopsie mirate sotto visione.
Disfonia, sibilo o stridore, la tosse e la dispnea sono invece indicazioni cliniche per eseguire un esame endoscopico delle vie aeree inferiori (studio di laringe, trachea e bronchi). Anomalie anatomiche e funzionali, patologie infiammatorie e/o infettive, neoformazioni benigne o maligne (polipi, granulomi, neoplasie) e la presenza di corpi estranei posso essere agevolmente identificati in corso di laringo-tracheobroncoscopia.
In corso di tosse cronica, l’esame endoscopico rappresenta un valido ausilio diagnostico, permettendo di escludere la presenza di patologie degenerative come collasso tracheale o bronchiale e/o bronchiectasie, e di tipizzare, tramite l’esecuzione di un lavaggio broncoalveolare e/o di biopsie, il tipo e la gravità di processo del processo infiammatorio presente per cercare raggiungere una diagnosi definitiva e poter impostare una terapia dedicata.